Lo Zafferano (Crocus Sativus)

è una pianta erbacea perenne dalle foglie talmente sottili da sembrare fili d’erba. Appartiene alla famiglia delle Iridacee e viene coltivato in tutto il bacino del Mediterraneo, Iran, India e anche oltre oceano. La pianta di Zafferano è costituita da un bulbo compatto, di forma circolare, dal quale si sviluppano le foglie e successivamente i fiori. I fiori di questa pianta, oltre che preziosi, sono davvero bellissimi, di un intenso color lilla con striature violacee. La fioritura dello Zafferano avviene in autunno ed è particolarmente abbondante dopo le estati più calde.

Area di produzione:

La zona di produzione dello «Zafferano dell’Aquila» comprende il territorio dei comuni di:

Barisciano, Caporciano, Fagnano Alto, Fontecchio, L’Aquila, Molina Aterno, Navelli, Poggio Picenze, Prata d’Ansedonia, San Demetrio nei Vestini, S. Pio delle Camere, Tione degli Abruzzi, Villa S. Angelo.

I confini dell’area sono definiti dal perimetro dei territori dei comuni suddetti. Nell’ambito dell’area la coltivazione dovrà essere praticata in quei terreni posti ad un’altitudine compresa tra 350 e 1 000 metri s.l.m.

Stagionalità:

Il trapianto dei bulbi si effettua in agosto, disponendoli nelle “rase” o “spiazzi”. La raccolta dello zafferano è un lavoro che si ripete ogni mattina per l’intero periodo della fioritura, tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre. La fioritura dipende molto dall’andamento della stagione e si ha ogni giorno, ma non in maniera uniforme: alcuni giorni i fiori sono pochi, soprattutto nei periodi di inizio e di fine dalla raccolta, altri sono invece copiosi e richiedono grandi quantità di manodopera. La “sfioratura” consiste nella separazione degli stimmi, che costituiscono il vero e proprio zafferano così come si trova in commercio, dagli stami e dal fiore campanulato. Una volta che gli stimmi sono stati divisi si passa alla fase dell’essiccazione.

La storia:

La mitologia greca attribuisce la nascita dello zafferano all’amore di un bellissimo giovane di nome Crocus che viveva al riparo degli Dei.Crocus si innamorò di una dolce ninfa di nome Smilace che era la favorita del Dio Ermes. Il Nume, per vendicarsi di Crocus, trasformò il giovane nel bellissimo fiore dello zafferano. Lo Zafferano è conosciuto da millenni, difatti Omero, Virgilio e Plinio ne parlano spesso nelle loro opere ed Ovidio nelle Metamorfosi.Se ne parla nei papiri egiziani del II secolo a.C., nella Bibbia e nel IX e XII libro dell’Iliade.Isocrate si faceva profumare i guanciali prima di andare a dormire e le donne troiane profumavano i pavimenti dei loro templi. Lo zafferano si coltivava in Cilicia, Barbaria e Stiria. Infatti Scano scrive che i Sidoni e gli Stiri lo usavano per colorare i veli delle loro spose ed i sacerdoti per profumare i loro templi per le grandi cerimonie religiose. Dall’Asia la coltivazione si estese in varie parti del mondo arrivano anche in Tunisia e in Spagna, coprendo le zone di Albasete, Teruel, Toledo, Valencia e Murcia.Da queste zone arrivò in Italia per mano di un certo monaco domenicano appartenente alla famiglia Santucci di Navelli

Gnocchi di patate del Fucino, crema di zafferano d’Abruzzo

La ricetta degli gnocchi di patate Igp del Fucino, crema di zafferano d’Abruzzo, guanciale croccante e ricottina maritata alle erbette della Majella. Non troppo difficile da preparare, richiede comunque un minimo di esperienza in cucina. Questo primo piatto è perfetto per festeggiare in casa un evento importante o, semplicemente, per dedicarsi una coccola. Di seguito vi riportiamo la ricetta, quindi gli ingredienti e la preparazione, di questa prelibatezza.

Ingredienti:

800 g di gnocchi di patate, 220 g di guanciale, 120 g di pecorino grattugiato, 1 g di zafferano, 100 g di ricottina maritata alle erbette della Majella, sale, pepe, 1 rametto di rosmarino.

Preparazione:

Mettere metà dei pistilli di zafferano in una tazzina con acqua molto calda per 40 minuti e coprire. Cuocere gli gnocchi in acqua leggermente salata. Tostare il guanciale tagliato a listarelle non troppo sottili In una padella antiaderente e rosolare bene fino a quando sarà leggermente croccante e mettere da parte. Nella padella (con il residuo di cottura del guanciale) versare due cucchiai di acqua di cottura degli gnocchi, l’infuso con i pistilli di zafferano e il pecorino grattugiato: mescolare bene in modo che si amalgami tutto. Salare leggermente, scolare gli gnocchi direttamente nella padella, mantecare e saltare gli gnocchi per qualche minuto, quindi versarli nel piatto. Guarnire con il guanciale, rosmarino e scaglie di ricottina maritata.

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